I veri influencer sono i miei amici
Perché alla fine, ci fidiamo più di un'amica che ci consiglia una crema che di un adv su TikTok.
Ho convinto quattro persone a comprare la stessa macchinetta del caffè che ho io.
Non ci ho guadagnato niente, anzi, ho perso tempo a spiegare la differenza tra le capsule Vertuo e quelle classiche. E poi altri minuti per convincere che sì, l'investimento ne vale la pena, anche se costa più di quello che si spende per mangiare in una settimana.
Il bello è che non me ne sono reso conto subito. È successo tutto molto naturalmente: "Ma che buono questo caffè, che macchina hai?". Io, come se fossi stato pagato da Nespresso per fare pubblicità, ho iniziato il mio monologo sui pregi del sistema Vertuo.
(Stessa identica cosa è successa con l'aspirapolvere Rowenta. A questo punto dovrebbero assumermi.)
Breve premessa
La smarTletter è la newsletter che racconta come evolve la comunicazione dal punto di vista di chi la fa ogni giorno. Se ti interessa saperne di più su chi siamo e sul nostro lavoro di agenzia e consulenza, saremo felici di raccontartelo!
Il paradosso della fiducia digitale
Viviamo nell'era degli influencer, eppure quando dobbiamo davvero comprare qualcosa di importante, a chi ci rivolgiamo? All'amica che ha provato quella crema e ha risolto il problema della pelle secca o al collega che ha quella giacca che ci piace tanto.
È un paradosso interessante. Siamo circondati da contenuti sponsorizzati, da creator con milioni di follower che ci mostrano prodotti meravigliosi, eppure la raccomandazione che ci convince davvero arriva sempre da qualcuno che conosciamo e di cui ci fidiamo. Qualcuno che, soprattutto, non ha nessun interesse economico a mentirci.
Micro-influencer inconsapevoli
La verità è che siamo tutti micro-influencer senza saperlo. Ogni volta che postiamo una storia con il piatto che abbiamo ordinato al ristorante, stiamo facendo pubblicità gratuita. Ogni volta che indossiamo una maglia con un logo visibile, siamo walking billboard ambulanti. Ogni volta che consigliamo un prodotto a un amico, stiamo facendo word-of-mouth marketing.
Ma c'è una differenza fondamentale tra noi e i "veri" influencer: l'autenticità. Quando io parlo della mia macchinetta del caffè non lo faccio perché mi pagano, lo faccio perché ci credo davvero. E questa differenza, piccola ma sostanziale, cambia tutto nel modo in cui il messaggio viene recepito.
Siamo diventati tutti dei promotori involontari, ma la nostra credibilità deriva proprio dal fatto che non abbiamo secondi fini. È il passaparola 2.0. Non più solo chiacchiere al bar, ma storie Instagram, messaggi WhatsApp, post spontanei che valgono più di mille campagne pubblicitarie.
L'economia dell'attenzione vs l'economia della fiducia
C'è anche un altro aspetto interessante. Gli influencer lavorano nell'economia dell'attenzione (più visualizzazioni = più soldi), noi lavoriamo nell'economia della fiducia (più credibilità = più ascoltatori). E indovinate quale delle due è più sostenibile nel lungo periodo?
Quando un influencer ci mostra il prodotto del giorno, sappiamo che domani ce ne mostrerà un altro. Quando un amico ci consiglia qualcosa, sappiamo che lo ha pensato, che ci ha riflettuto, che probabilmente lo usa davvero da mesi.
È per questo che il "consiglio dell'amico" resta il marketing più potente che esista. Non ha budget, non ha strategia, non ha target. Ha solo onestà.
Quando gli influencer diventano amici
Non è tutto bianco o nero. Esistono influencer che sono riusciti a creare quel legame di fiducia tipico dell'amicizia. Prendiamo
: quando lei consiglia qualcosa, è sold out in poche ore. Perché? Ha costruito negli anni una relazione autentica con la sua community.Non è più "l'influencer che mi vende qualcosa", è diventata "quella che conosco da tempo e di cui mi fido". Ha trasformato i suoi follower in amici digitali e i suoi consigli in passaparola tra pari.
Questi creator hanno capito che la vera forza non sta nel numero di follower, ma nella qualità del legame. Preferiscono dire "no" a una collaborazione piuttosto che perdere credibilità. E il risultato è una community che si comporta esattamente come farebbe con i consigli di un'amica. Compra, prova, torna a comprare.
A proposito
Un’intera tesi sull’argomento micro e macro influencer.
Per approfondire il tema della fiducia nell'era digitale, consiglio "Trust Me, I'm Lying" di Ryan Holiday.
Ah, e per chi se lo stesse chiedendo: sì, la Vertuo ti cambia la vita.
Parliamone
Qual è stato l'ultimo prodotto che hai consigliato con così tanto entusiasmo da convincere qualcuno a comprarlo?
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