La nostra vita è in verticale
Se è vero che ormai vediamo il mondo attraverso la fotocamera del nostro smartphone, è anche vero che tutte le fotocamere hanno le stesse impostazioni
Nel mio modo di vivere, che non è quello dell’ingegneria, i numeri, le unità di misura e anche gli orari, non hanno davvero una forma e non mettono ordine (anzi mi confondono).
Tutti quanti. Tranne il 16:9.
La misura standardizzata e preimpostata per eccellenza.
Se apriamo la fotocamera, quella griglia bianca che ci appare è un formato in 16:9 in verticale (9:16).
E se consideriamo che la fotocamera è ormai diventata il mezzo (e il filtro) attraverso il quale vediamo il mondo e noi stessi, possiamo tranquillamente dire che la nostra vita si sviluppa in verticale.
In un certo senso, il mondo rapportato a noi stessi è in verticale.
Breve premessa
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Da dove arriva il 16:9
Il 16:9 è un rapporto d’aspetto widescreen (formato video che occupa tutto lo schermo in orizzontale), adottato come standard nella televisione di mezzo mondo. È la proporzione alla base di tutti i formati ad alta definizione.
Perché?
Per il cinema, innanzitutto. I formati più utilizzati all’inizio dei tempi cinematografici erano il CinemaScope (2.35:1) e il VistaVision (1.5:1), entrambi molto panoramici e immersivi. Tuttavia, con l’avvento della televisione, vennero sostituiti dalla prima vera grande pietra miliare delle proporzioni: il 4:3.
Questo fino agli anni 80 e alla comparsa della televisione ad alta definizione.
Fu allora che Kerns Powers, ingegnere statunitense, venne incaricato di realizzare un formato dell’alta definizione che potesse adattarsi a tutti i formati precedenti. Prese carta e penna e delineò i vari formati cercando di stabilire quale fosse quello centrale. Il risultato fu il 16:9 e lo schizzo del disegno potete vederlo qua.
Pur non essendo largo come i vecchi formati, il 16:9 grazie alla sua capacità di adattarsi bene sia alla tv che al grande schermo, divenne la misura standard della visione di contenuti.
Momento Amarcord
Ma non è tutto.
Spostiamoci nell’epoca che crea più nostalgia in assoluto: i mitici anni 90.
I primi telefoni cellulari erano pensati per telefonare. E come si tiene un telefono per parlare? In verticale, ovviamente. I primi dispositivi furono progettati con schermi verticali semplicemente perché era quello il modo in cui li usavamo.
I cellulari presto si evolvono ma non il loro modo di utilizzo: scrivere sms (MMS mi si spezza il cuore), navigare su Internet, tutto viene fatto in modalità verticale.
Apple, con il suo primo Iphone nel 2007, capisce che questa abitudine deve essere supportata e progetta un design per i suoi smartphone orientato a facilitare l’utilizzo verticale, con schermi ottimizzati per questo formato. Il 9:16, ovvero il 16:9 in verticale.
Siamo tutti figli della Apple
Il resto è storia.
Con i social media e le app il formato verticale non è solo comodo e pratico, ma diventa anche il modo di raccontare storie.
In un certo senso, i social hanno trasformato un'abitudine quotidiana in una vera e propria norma estetica, portando la cultura visiva contemporanea a focalizzarsi su un tipo di storytelling che, ironia della sorte, riecheggia il formato "ritratto" della pittura classica. Vogliamo essere soggetti, più che oggetti, in un mondo visivo che sta abbracciando il verticale come chiave di lettura.
Naturalmente, la vita digitale non è tutta verticale. Per film, giochi e presentazioni, il formato 16:9 orizzontale è ancora il preferito. La vera genialità degli smartphone sta nella loro capacità di adattarsi perfettamente alle nostre abitudini: verticali quando interagiamo, orizzontali quando consumiamo contenuti. E questa flessibilità è ciò che rende il 16:9 il guru delle nostre vite.
A proposito
Alcune cose carine ho scoperto infilandomi in questo tunnel buio del 16:9:
Anche se il formato 4:3 è quello che più si avvicina alla visione naturale dell'occhio umano (circa 55° in orizzontale e 120° in verticale), il 16:9 è quello che il nostro cervello riesce a "elaborare" meglio. Infatti, il 16:9 amplia del 33% la superficie del 4:3, mantenendo però la stessa altezza dello schermo.
La prima trasmissione in alta definizione e in formato 16:9 trasmessa nell'Unione Europea furono i mondiali di calcio del 1990.
Se vuoi visualizzare un'immagine 16:9 su uno schermo 4:3, ti basta aggiungere delle barre nere sopra e sotto l'immagine. Questa tecnica è detta letterboxing (e viene anche lei dal cinema).
Esiste un complotto sulla visione verticale degli smartphone? Secondo lei sì.
Parliamone
Come vedi la tua “vita filtrata”? Più "verticale" o "orizzontale"?
Ci facciamo una chiacchierata?
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Sono per il 99% un fervente sostenitore del contenuto orizzontale. Così è strutturato il mondo e così sono posizionati i nostri occhi, perciò è il formato migliore per vedere le cose.
Posso tollerare il verticale per quelle cose leggere dove fondamentalmente la persona parla in primo piano e non c'è altro da vedere, per quanto rimanga visivamente una composizione pessima