2 Commenti
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Avatar di Rossella

Condivido. Da pugliese che è stata costretta ad emigrare, fa ancora più rabbia vedere questo fenomeno

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Avatar di Giuseppe A. D'Angelo

Condivido in parte ma voglio anche offrire una riflessione opposta.

Prima di tutto, non è la prima volta che sento condannare la limonata a cosce aperte come esempio di "falso autentico". Non lo facevano i nostri nonni quindi non è tradizione? Mi sembra un ragionamento alla Alberto Grandi. Ma la tradizione è una innovazione ben riuscita, e se in pochi anni è stata capace di affermarsi come tipica è già parte del nostro tessuto locale e può convivere con il resto. Da guida sono in grado di presentare l'esperienza come una tipicità divertente e il minuto dopo parlare di come abbiamo perso le librerie di Port'Alba: le due cose possono andare a braccetto.

Il sud Italia è per gli italiani quello che l'Italia è per gli inglesi e quello che la Sicilia è per i napoletani: come diceva il grande Luciano De Crescenzo, si è sempre meridionali di qualcuno. Ma funziona anche al contrario. Da meridionale vado spesso a Milano e sono rapito dalla sua atmosfera elettrizzante, l'efficienza dei servizi, la pletora di eventi continui e sogno spesso come sarebbe bello viverci là. Ma da turista giustamente non faccio i conti con il costo degli affitti, lo smog, l'impossibilità di andare a cena in un posto qualsiasi senza dover prenotare, ecc. Faccio appunto il classico turista che dice "qui mi ci potrei proprio trasferire" anche col paesino da quattro anime e il supermercato più vicino a 50 km.

Insomma, condivido il pensiero, ma credo che appiopparlo solo al sud per la questione della narrativa da vita lenta sia un po' vittimista. Le cartoline esistono da quando sono stati inventati i viaggi di massa. Solo che oggi si chiamano selfie.

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